4WuZHVegXm1cjf7tl8WGMqKqxE0 LA FIAMMA DEL PECCATO: Recensione Iron Man 3 - "We create our demons"

venerdì 3 maggio 2013

Recensione Iron Man 3 - "We create our demons"



Voto 6/10

Lo ammetto: sono rimasto piacevolmente sorpreso da questo terzo capitolo delle avventure di Tony Stark e del suo supereroe robottizzato. Shane Black - già autore proprio insieme a Robert Downey Jr. di un piccolo cult come Kiss Kiss, Bang Bang - ha completamente ribaltato le premesse che mi avevano fatto cordialmente detestare il primo episodio, blockbuster che avevo trovato pesantissimo nel suo essere filoamericano. Se ricordate bene, per tutta la prima metà del primo Iron Man Tony Stark e tutti quelli che gli giravano intorno andavano ripetendo ogni cinque minuti il concetto che "Ottieni la pace soltanto se hai l'arma più grossa". Il consenso neppure troppo sotterraneo alla politica interventista (si potrebbe addirittura osar dire colonialista, no?) degli Stati Uniti veniva sbattuto in faccia al pubblico con una sfrontatezza che aveva del grossolano. Anche se divertente come solito giocattolone hi-tech, quel lungometraggio mi aveva irritato non poco, nonostante la presenza dell'idolo Jeff Bridges.
Adesso invece il messaggio preciso e perfettamente sviluppato di Iron Man 3 è "Siamo noi a crearci i nostri demoni". E il film racconta con lungimiranza proprio questo, di un eroe (specchio di una nazione, inutile fa finta di no) che deve fare i conti con le proprie paure, soprattutto quelle autoindotte. Senza voler fare assolutamente alcuno spolier, vorrei far arrivare ai lettori l'idea che Iron Man 3 riflette con arguzia su un'America terorizzata da nemici virtuali, da spauracchi che andrebbero visti e analizzati alla luce di ben altre prospettive. Il Mandarino di Ben Kingsley esteticamente rimanda alla figura dei tanto demonizzati terroristi mediorientali, e secondo me non è assolutamente una coincidenza. Lo sviluppo della trama getta degli interrogativi che, se letti appunto come metafore dell'isteria di massa tutta americana e come un'analisi che andrebbe seriamente condotta su come si è arrivati a questo stato di tensione sociopolitica, sono tutt'altro che scontate. Il seme del dubbio che Iron Man 3 pianta lo rende un film molto più politico e intelligente di quanto avrei mai potuto immaginare dopo i primi due episodi. Bravo Shane Black.
Ma ovviamente bisogna parlare anche dello spettacolo, che è in linea con quanto il franchise ha settato in questi anni. Visivamente Iron Man 3 non è eccelso, in alcuni momenti gli effetti speciali sembrano anche piuttosto tirati via. Però ha un buon ritmo, momenti che superano la facile ilarità per diventare veramente divertenti (inchino meritatissimo a Sir Ben Kingsley), un finale intelligente che riserva un ruolo più corposo e gagliardo a Gwyneth Paltrow. Finalmente vediamo Pepper tirare cazzotti, e che cazzotti! Purtroppo la patina vagamente retrò non sempre coglie nel segno, soprattutto nei pessimi flashback.  Altro nota ahimé dolente l'interpretazione macchiettistica di Guy Pearce, davvero insostenibile. Rebecca Hall è come al solito bellissima da ammirare, ma come attrice non sta progredendo, anzi.
Andate a vedere quindi Iron Man 3, gustatevelo con il popcorn e la Coca-Cola come merita, ma tornando a casa pensate un po' a cosa avete visto e cosa vi ha raccontato dell'America di oggi. Scoprirete un lato nascosto del film che probabilmente ve lo renderà un pizzico più prezioso.

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